Kingston, esperto di memorie (dei
chip) indaga sullo stato della memoria degli italiani: come se la cavano con
numeri di telefono, password, date storiche e compleanni?
Milano, 11dicembre - A chi
non è capitato almeno una volta di avereun black out della propria mente? E
così ci si ritrova inermi con la cornetta in mano senza riuscire a comporre il
numero di telefono che conosciamo da sempre o di fronte alla commessa che
aspetta che digitiamo sul terminale il solito pin che la banca ci ha affidato
da anni. Sovraccarichiamo talmente tanto la nostra mente di informazioni che
non dobbiamo stupirci se a voltesi concede di staccare la spina. Per fortuna (o
purtroppo) la tecnologia sembra venirci in soccorso colmando le nostre carenze,
ma non solo. Con il suo supporto ci ha infatti resi forse un po’ pigri, visto che
ci offre la possibilità di affidarci a lei piuttosto che sforzarci di
memorizzare.
E chi meglio di Kingston Technology, il principale produttore di memorie del mondo, avrebbe potuto condurre un sondaggio per capire a che livello si trova
la memoria degli italiani?
In un Paese in
cui 45 milioni di persone hanno uno smartphone[1], il gesto
di annotare i numeri di telefono
sull’agendina sembra davvero preistoria. Infatti, il 44% degli intervistati dichiara di non considerare nemmeno l’ipotesi
di sforzarsi di memorizzare i numeri a memoria dal momento che qualcuno ha ben
pensato di includere di serie la rubrica
dei contatti nei telefonini. Per fortuna, si salva ancora un buon 54% che ricorda almeno qualche numero tra i più importanti.
La tecnologia ci
“salva” anche quando è il momento di fare gli auguri ad amici e parenti: l’app di Facebook evita brutte figure con i
propri cari al 63% dei rispondenti, segnalando tramite notifica sul proprio profilo il
compleanno dei propri contatti.
Anche di fronte
a operazioni di calcolo veloci, la maggioranza (43%) si affida alla tecnologia appellandosi all’infallibile app del telefono,che in un batter di
ciglio fornisce il risultato esatto e senza margini di errore. Il 38%,invece, dichiara di non avere
problemi a fare addizioni e sottrazioni
a mente.
E dopo la
matematica, Kingston Technology ha cercato di scoprire come ce la caviamo nel
Bel Paese con la storia. Di fronte a domande a bruciapelo su date e momenti
storici di rilievo, il 48% ammette di
non esitare… a fiondarsi sul web percercare
la risposta corretta. Possiamo contare – forse - su quel29% che probabilmente, ai tempi della
scuola, alzava la mano per primo e rispondeva
alla professoressa senza indugio.
Tra carte di
credito, tessere fedeltà, account per i più improbabili dei profili, siamo sommersi
da dati di accesso, password e pin. Il
62% ha memorizzato solo alcune di quelle che utilizza più spesso, mentre
solo il 31% le ricorda praticamente
tutte. Per fortuna, solo il 7%
cade nell’errore di salvare queste
informazioni strettamente confidenziali sul proprio telefonino.
Infine, Kingston
con il sondaggio ha scoperto che al volante, un 44%,forse con poco senso dell’orientamento e memoria, non può più fare a meno del navigatore, mentre
in cucina, il 75% di chi si diletta
ai fornelli non si sforza di ricordare le ricette della nonna ma segue
pedissequamente le indicazioni dei migliaia
di blog presenti in rete.
“La maggior parte delle persone si lamenta di
avere una pessima memoria, ma molto spesso questo accade perché
utilizziamo male uno dei mezzi più potenti di cui disponiamo: la mente. Siamo
dotati di una memoria perfetta, ma pochi sanno impiegarla al meglio”,
ha dichiarato il Dott. Giovanni Sposito
(esperto in formazione comportamentale e formatore presso Egoformazione). “Da anni mi occupo di corsi di memoria e
apprendimento efficace e ho allenato migliaia di persone attraverso un metodo
che sfrutta memoria visiva e capacità di associazione. Applicandolo, i risultati
che si ottengono nel ricordare dati, informazioni, numeri di telefono o
appuntamenti sono davvero straordinari.Per sfruttare al massimo la propria
memoria occorre "portare il cervello in palestra”, esattamente come si fa
con il fisico. Basta imparare ad allenarsi in modo corretto”.
“E’ da quando è nata, nel 1987, che Kingston
ha come obiettivo di risolvere le esigenze di memoria degli utenti”, ha
dichiaratoStefania Prando, Business Development Manager di Kingston in Italia.
“Il passo dalla memoria del chip a quella
della mente umana è stato breve: ci incuriosiva il fatto di capire come gli
ausili tecnologici dei nostri giorni ci supportino proprio in termini di …
memoria, area nellaquale ci sentiamo piuttosto esperti!”.
Fonte: Comunicato stampa
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