A
cura di Paolo Arcagni, Systems Engineer Manager Italy&Malta
di F5 Networks
I ricercatori
tedeschi hanno recentemente scoperto una falla di sicurezza nel software ConnectedDrive di BMW che, attraverso lo
spoofing di un segnale mobile, permetteva di
intercettare tutte le comunicazioni
e otteneva l'accesso al sistema informatico dell’automobile.
A seguito di
questa scoperta, BMW ha annunciato di aver richiamato per effettuare una
patch le nuove auto,
operazione che ha riguardato ben 2,2 milioni di veicoli Rolls-Royce,
Mini e BMW.
Se il difetto non fosse stato
sistemato gli hacker sarebbero stati in grado di aprire le
portiere da remoto e prendere
interamente il controllo del sistema dell’auto, dalla radio, all’aria condizionata fino a tutti i servizi online.
Per applicare le patch a questo difetto di sicurezza, BMW ha abilitato il protocollo sicuro Hypertext Transfer Protocol (HTTPS), che aggiunge un livello di sicurezza all'HTTP standard per crittografare le comunicazioni.
Per applicare le patch a questo difetto di sicurezza, BMW ha abilitato il protocollo sicuro Hypertext Transfer Protocol (HTTPS), che aggiunge un livello di sicurezza all'HTTP standard per crittografare le comunicazioni.
Sebbene questa operazione risolva uno dei problemi e significhi che la comunicazione è ora crittografata, è importante notare
come la questione sicurezza non sia del
tutto chiusa visto che i dati possono ancora essere intercettati.
Si potrebbe obiettare che si tratta delle basi della sicurezza delle informazioni e il fatto
che gli ingegneri di BMW abbiano perso qualche passaggio fondamentale non è una cosa di per sé
così sorprendente.
Con una domanda da parte dei consumatori
che raggiunge livelli sempre più elevati e sviluppatori di software pressati per rilasciare nuove versioni dalle
caratteristiche sempre più innovative, la sicurezza rischia di essere relegata al
sedile posteriore dell’auto. Ricordarsi di crittografare
tutto e tenere ben presente che nessuna rete può dirsi sicura sembrano pensieri lontani.
Tutto questo è particolarmente preoccupante
se si pensa che dovremo gestire un numero sempre maggiore di dispositivi
connessi. Per questo motivo, oggi più che mai, la sicurezza deve essere una
delle considerazioni principali e non può essere un ripensamento, come nel caso del software ConnectedDrive di BMW. Se si installa Java
sul computer, si è accolti da una schermata di caricamento di Oracle
in cui si dice che 3 miliardi di dispositivi oggi eseguono Java, tra questi telefoni cellulari, parchimetri, bancomat e altro ancora. Lasciando
da parte il fatto che già oggi
Java è responsabile di una
percentuale elevata di patch di sicurezza, il trend futuro sarà ancora più ampio con
dispositivi connessi sempre più insicuri.
Alle automobili
è riservata molta attenzione da parte dei media, in particolare per quanto
riguarda le novità nella progettazione, ma i problemi di
sicurezza nei veicoli connessi non
vengono sottolineati: Un’auto non dovrebbe essere collegata a nulla che possa essere
vulnerabile.
Nel 2010, Yoshi Kohno dell'Università di Washington ha
dimostrato che un’automobile può essere compromessa
da codici dannosi attraverso il lettore CD o il segnale radio ricevuto dalla macchina. Il suo team di lavoro è
stato in grado di prendere completamente il controllo di tutti i sistemi
di bordo della vettura e in questo modo ha potuto monitorare la sua posizione,
ascoltare le conversazioni nell’abitacolo e, addirittura, attivare i freni.
Nel caso delle connected cars, il problema principale sono proprio i computer di bordo che, eseguendo il software, anche con i propositi migliori del mondo,
restano vulnerabili.
L’autoradio, ad
esempio, non è più una radio a transistor; è un computer che utilizza un pezzo di codice
per decodificare il segnale radio
e riprodurre la musica: tutto questo
è vulnerabile!.
Portando qualcuno a sintonizzarsi su una specifica stazione è possibile impossessarsi della sua auto; più o meno allo stesso modo in cui uno spyware spinge a visitare un sito apposito per poter infettare il computer.
Portando qualcuno a sintonizzarsi su una specifica stazione è possibile impossessarsi della sua auto; più o meno allo stesso modo in cui uno spyware spinge a visitare un sito apposito per poter infettare il computer.
Abbiamo già
assistito di recente alla caduta della rete della PlayStation Sony e di Microsoft Xbox Live a
causa di un vasto attacco DDOS (Direct
Denial of Service). Oggi è
necessario che le case automobilistiche
agiscano insieme per
evitare di essere le prossime vittime.
Immaginate una
situazione di questo tipo: un gruppo di hacker decide di infettare tutte le auto di un
determinato produttore in paese specifico, in Italia, a
Milano ad esempio, e utilizza un malware che si attiva
da solo quando la macchina arriva
in un certo luogo o supera una certa
velocità. Gli hacker possono ad
esempio stabilire che tutti i veicoli di quella marca un giorno a Milano si fermino!
Nessuno
capirebbe il perché, il
traffico si blocca, gli autobus non possono muoversi e la città va nel panico. A quel punto il nuovo gruppo di hacker rivendica l’accaduto e
dichiara che, a meno che la casa automobilistica gli dia un sacco di soldi, non intende riattivare le vetture. Certo, è una situazione estrema, ma
dovrà per forza verificarsi qualcosa di questo tipo prima che i produttori
prendano in seria considerazione il messaggio? Riuscite a immaginate l'impatto sull’economia, la politica e
tutte conseguenze che un evento di questa portata avere
per il mondo dell’auto?
Le case automobilistiche hanno a che fare con la vita delle
persone ogni giorno, effettuano già test validi e hanno modelli affidabili per
verificare la sicurezza fisica delle proprie vetture.
Più che in altri settori, questo comparto dovrebbe essere ben
conscio che le cose non si possono lasciare al caso.
Verrebbe da pensare che, se sono in grado di creare le luci che
brillano dietro gli angoli, auto che si guidano da sole e che forniscono
strumenti salvavita in caso di incidente, sicuramente dovrebbero riuscire anche
a proteggere i computer di bordo delle proprie vetture?
In sintesi, il messaggio per le case automobilistiche è chiaro: per favore mettetevi d’accordo e proteggete tutti i vostri software e lo sviluppo - mettete un piede sul pedale, rallentate e costruite la sicurezza fin dall’inizio, o potrete essere la prossima vittima.
Fonte: comunicato stampa
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